Le caratteristiche del Cloud computing
Le cinque caratteristiche essenziali specificano quali funzionalità deve poter mettere a disposizione degli utenti un servizio di Cloud computing per definirsi tale:
- Self-Service: l’utente deve poter richiedere i servizi (banda, potenza computazionale, applicazioni) autonomamente, senza l’intervento dei gestori dell’infrastruttura o dei service provider.
- Accessibilità globale: i servizi devono essere accessibili da più dispositivi, da più luoghi e in ogni momento. Il Cloud computing deve garantire l’accesso eterogeneo: mobile, tablet, piccoli desktop casalinghi o grandi server.
- Raggruppamento delle risorse: le risorse IT (storage, processori, macchine virtuali ecc.) devono essere organizzate in gruppi e non isolate così da poter servire dinamicamente un numero variabile di utenti a seconda delle loro richieste.
- Elasticità immediata: le risorse devono poter scalare (verso l’alto e verso il basso) velocemente e, in alcuni casi, automaticamente.
- Misurabilità dei servizi: ogni servizio deve essere controllato e monitorato in modo trasparente così da poter essere misurato in termini di consumo di risorse e così da potervi applicare modelli di pay per use.
I modelli di servizio del Cloud computing
I modelli dei servizi, che sono tre, indicano quali sono i servizi che un modello di Cloud computing deve erogare:
- SaaS (Software as a Service): in questo modello ad essere erogati come servizi sono i software. Office 365, che consente di usare online software come Word o Excel, è un modello di SaaS. Anche i vari servizi di posta elettronica Web, come Gmail o Outlook.com, sono esempi di servizi software erogati attraverso Cloud computing.
- PaaS (Platform as a Service): ad essere erogati sono le infrastrutture necessarie che permettono di sviluppare, testare e distribuire un’applicazione. In questo modello vengono forniti alle imprese dei servizi in grado di eseguire applicazioni, salvare i dati in un database o in un archivio file, elaborare informazioni e così via. Windows Azure di Microsoft, con cui è possibile distribuire applicazioni scritte con la piattaforma .Net e altri linguaggi di programmazione, o la Cloud Platform di Google sono un modello di PaaS.
- IaaS (Infrastructure as a Service): in questo modello ad essere erogata è l’intera infrastruttura IT. Il cliente può acquistare, da un ambiente virtualizzato, potenza di calcolo, intere macchine, spazio, servizi di rete per poter erogare in autonomia i propri servizi o le proprie applicazioni.
I modelli di distribuzione del Cloud computing
Se le caratteristiche indicavano come deve essere un servizio di Cloud computing e i modelli di servizi indicavano il cosa, i modelli di distribuzione indicano invece dove deve essere organizzato un modello di Cloud computing. In questo caso le possibili alternative sono quattro.
- Private Cloud: i servizi di Cloud computing sono erogati dall’azienda, o da un provider esterno, unicamente all’azienda stessa e alle sue diverse unità (on-premise). Quello che conta è la fruizione del servizi: l’infrastruttura può essere gestita o operata dall’azienda stessa o da un provider esterno, la proprietà può essere interna o esterna, ma i servizi devono essere appannaggio di un’unica organizzazione.
- Community Cloud: i servizi di Cloud computing sono erogati da un’azienda o un service provider ad un gruppo ristretto di organizzazioni che condividono alcune caratteristiche come, da esempio, livelli di sicurezza, norme legali, obiettivi e così via. Anche in questo caso l’infrastruttura può essere gestita o operata da una delle aziende del gruppo o da un provider esterno.
- Public Cloud: sono servizi di Cloud computing erogati attraverso la rete Internet da un service provider a diversi clienti. L’infrastruttura, la piattaforma, le applicazioni sono di proprietà del service provider, sono gestite dal service provider e sono condivise con più clienti.
- Hybrid Cloud: i servizi sono costruiti su infrastrutture ibride che utilizzano la modalità privata per alcuni aspetti (ad esempio la conservazione dei dati) e la modalità pubblica per altri (ad esempio le interfacce di accesso).
Da questa descrizione appare chiaro come il Cloud computing non sia solo una tecnologia, ma una grande rivoluzione architetturale che coinvolge tutti i livelli dell’IT: dai software che usiamo tutti i giorni per leggere la posta elettronica, ai server che distribuiscono la nostra applicazione, alla configurazione dell’intera infrastruttura informatica. In tutti questi ambiti le tecnologie cloud sono in grado di migliorare le tecnologie esistenti, ridurre i costi di acquisizione, migliorare l’efficienza dei servizi, abilitare processi innovativi. Ed è una trasformazione che riguarda non solo le grandi o grandissime aziende, ma chiunque utilizzi strumenti informatici.