IVM, al secolo Ivano Miselli, nasce la notte di S.Valpurga del 1959 a Scandiano (RE). Di origine irlandese, come lasciano facilmente intuire i suoi tratti somatici e la sua folta chioma “incandescente”, si specializza in campo informatico ed è il primo docente universitario ad addentrarsi in questa materia dai contorni ancora labili ed indefiniti. Nel frattempo, lavora per un’importante multinazionale torinese, che abbandona in termini relativamente rapidi, operando una scelta drastica tra la propria libertà ed una remunerazione particolarmente sostanziosa.
Inizia o ritorna così ad un regime di vita che definire “anarchico” risulterebbe eccessivamente limitativo.
Nel (poco) tempo libero, coltiva un hobby piuttosto singolare: sperimenta in anteprima, unitamente ad una rosa di colleghi selezionatissimi, i software più sofisticati, individuandone difetti e carenze di programmazione e segnalandoli alle case produttrici.
Contemporaneamente si dedica a studi filosofici, coltiva la passione per le arti figurative, collabora con importanti riviste letterarie a diffusione nazionale.
L’interesse per la grafica nasce come corollario a questo nutrito ventaglio di impegni.
Lungo il percorso condotto a stretto contatto con la quotidianità, incontra amici che divengono inevitabilmente inseparabili, ne colleziona le immagini e le reinterpreta, rendendo virtuale il reale ed incorporandolo in un mondo che corre attraverso una fitta rete di micro-chips.
Nascono così le sue caratteristiche “donne farfalla” e le figure femminili traslate in paesaggi onirici, sospese in atmosfere fantasy molto care al “mago” (dell’informatica) che, tra l’altro, è anche autore di racconti e romanzi brevi ambientati in universi infralunari.
Gli stessi universi, ovviamente, che fanno da sfondo alla galleria elettronica connotata dalla sigla IVM.
La poliedricità di Ivano Miselli è forse racchiusa, nelle sue inferenze più profonde e significative, dalla home page dell’autore: uno dei siti più elaborati e singolari tra quelli presenti nel proteiforme macrocosmo Internet. Ed Internet rappresenta certamente il contesto più adatto ad accogliere e trasmettere la sorprendente antologia di immagini e di esperienze letterarie di Miselli che, nel quadro multimediale, trova il solo sistema concettuale che si adatti alla sue aspettative più incalzanti. Poiché ciò che Ivano Miselli chiede alla vita è semplicemente l’utopia, ovvero una “meritocrazia” fondata sull’onestà e sulla capacità di autogestirsi, al di fuori di qualsiasi coercizione politica o monetaria.
L’etica dell’impossibile non si traduce, tuttavia, in un’etica del decostruttivismo ma, al contrario, si concretizza in una vis dionisiaca all’interno della quale ogni piano – reale o virtuale – risulta capovolto, subordinato ad una creatività totale.
“Le persone sono schiave dei regolamenti. Qualcuno gli ha detto che devono essere così e così, e loro si sforzano di esserlo e fino alla morte non sanno chi sono stati o chi sono” (Milan Kundera, Lo scherzo).
Al contrario, Ivano Miselli sa perfettamente chi è. Forse per questo sfugge ad ogni definizione che non compendi un’area semantica vasta come il termine “autore”.
Cristina Canovi