no-brain

Migranti o Mikranti

È cambiato il governo e puntualmente rispunta il problema mikranti. Perché si usa la k? Il motivo è semplice, perché non si tratta di migranti regolari ma persone senza documenti che cercano, per vari motivi, di entrare in Italia.
La differenza è sostanziale, i migranti, quelli veri, arrivano con mezzi di trasporto convenzionali, aerei e navi, i mikranti invece arrivano grazie alle ONG compiacenti.
La prima domanda da porsi è perché i mikranti non si comportano come i migranti normali? Uno dei motivi principali è che non hanno diritto, secondo le leggi vigenti, di entrare in Italia, per cui si affidano alle ONG che, incuranti delle regole, li sbarcano incuranti delle regole.
Essendo privi di documenti il termine giusto per definirli non è migranti ma bensì clandestini.
Tuttavia il vero problema non sono queste persone ma piuttosto il circo mediatico che si crea attorno al problema.
Secondo la vulgata comune esistono due opposti schieramenti, quelli destra, razzisti che odiano i negri e non vogliono condividere il benessere in cui vivono, e quelli di sinistra, i buoni che pensano anche ai disperati bisognosi di aiuto.
Ma è veramente così?
In realtà la situazione è alquanto falsata. Il predominio culturale della sinistra è palese e quindi la narrazione che viene imposta dai media propagandistici di regime è estremamente faziosa.
Il razzismo italiano è quasi completamente inventato perché l’antifascismo su cui una ben precisa parte politica ha vissuto per circa settant’anni, ha perso molto del suo smalto, andava sostituito con qualcosa di nuovo, di più attuale.
Il piano degli oligarchi parassiti occidentali d’importare africani con lo scopo di ridurre i diritti dei loro sudditi con ricatti del tipo: “vuoi un impiego a tempo indeterminato a 1200 euro al mese? Non c’è problema, ti sostituisco con un africano che fa lo stesso lavoro per solo 600 euro e senza tante pretese”.
In questo contesto il fenomeno razzismo si incastrava perfettamente, così se ti lamenti per la sostituzione con un lavoratore che ha meno diritti, vieni etichettato come razzista.
La realtà è alquanto diversa, i non sinistrati vorrebbero il rispetto della legalità, il razzismo non c’entra nulla. Non odiano i negri come raccontano i media di regime. I veri odiatori sono a sinistra, qu4esti infatti odiano tutti coloro che non sono indottrinati come loro, i novacse, i filoputignani, i nogrinpasse, i fassisti, In compenso però amano alla follia, o per meglio dire dicono di amare, i mikranti delle ONG, purché rispettino la famosa regola del NIMBY (Not In My Backyard).
Famoso lo scontro sulla RAi di qualche tempo fa fra Rampini e Lerner.
Rampini: “Guarda caso queste storie terribili accadono soltanto nei quartieri popolari, dove ormai il Partito Democratico perde voti. Non è ai Parioli che ci sono questi problemi di convivenza tra poveri. E se la sinistra prende voti solo ai Parioli ci sarà una ragione”. 
Lerner replica: “Il problema è che ai Parioli e nelle altre zone dei centri cittadini, un edificio, un locale ha un tale valore immobiliare che nessuno mai penserebbe di destinarlo all’accoglienza dei richiedenti asilo o dei rom”.
Quindi per l’asinsitra l’accoglienza va bene purché sia a carico degli altri.
Veniamo ora alle ONG.
Sino a pochi anni or sono ne esistevano pochissime, giusto due o tre, ora sono aumentate a dismisura. Nella giornata odierna ben 4 imbarcazioni sono inattesa di scaricare il loro carico di carne umana: Humanity 1, Ocean Viking, Geo Barents e Rise Above. Ma non sono certo le uniche, molte altre sono in attesa di chiamata da parte degli scafisti per fare il loro carico di clandestini da sbarcare in Italia.
Intanto guardiamo la definizione di ONG che da la treccani (treccagne per la Boldrina):
“Sigla di Organizzazione non governativa, organismo senza fini di lucro, per lo più di carattere umanitario, che nei paesi in via di sviluppo gestisce, per incarico del governo di uno o più paesi sviluppati o di organismi internazionali, alcuni servizi essenziali “.
Abbiamo quindi Organizzazioni non governative che però operano per incarico del governo. E qui troviamo la prima stortura.
La seconda riguarda il “non a scopo di lucro”. La domanda da porsi è: come campano? Una risposta possibile è che si tratta di ricconi annoiati e figli di papà che cercano di pulirsi la coscienza, tuttavia la risposta più probabile è quella che il lucro esiste eccome, solo che non viene dichiarato.
La ONG ricevono donazioni che permette loro di continuare a operare e si tratta di somme piuttosto consistenti. In tal modo gli stipendi dei “volontari” sono decisamente sostanziosi.
Credevate davvero che fosse scoppiata una pandemia di bontà? Illusi, hanno semplicemente fiutato l’affare e ci si sono buttati.
Tutti questi buonisti che tanto amano i mikranti, si comportano in modo ignobile verso chi non la pensa come loro e in mille altre situazioni. Sono odiatori seriali senza se e senza ma verso chiunque non sia stato indicato dai loro pastori/padroni come soggetto debole. Poco importa che poi sia veramente fragile, come dimostrano i “bambini” di 30 anni che sbarcano dalle ONG, molti di loro in perfetta forma fisica, vestiti alla moda e con telefoni di ultima generazione.
E già qui possiamo notare che il mantra delle ONG che salvano vite comincia a scricchiolare.
Osserviamo ora  alcune loro dichiarazioni:
 “sono tutti profughi” ha detto Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity.
“L’Italia è obbligata a lasciare che tutti i sopravvissuti scendano a terra immediatamente”. A dirlo è Mirka Schäfer, dell’ufficio legale di Sos Humanity.
“Siamo nel Mediterraneo perché nessun altro è presente e l’unica priorità per noi è portare i migranti in un porto sicuro dove possano trovare assistenza e cure”. Lo dice Candida Lobes, responsabile comunicazione Msf. 
A parte il finto vittimismo di organizzazioni delegate dal governo con il compito di fare i taxi del mare che dicono di farlo perché nessun altro lo fa, ottimo per ottenebrare la menti semplici buoniste, troviamo quindi ben tre definizioni da usare a seconda della comodità: “profughi”, “sopravvissuti” e “migranti”.
Ovviamente nessuna delle tre è veritiera. Sempre usando la treccani:
“Persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali”.
Il punto è che la stragrande maggioranza di tali clandestini non scappa da nessuna guerra o persecuzione. Spesso scappano dalla galera, che non è proprio la stessa cosa.
Veniamo ora al termine sopravvissuti:
“chi si è salvato da un disastro”.
Ma anche qui non ci siamo. Non c’è nessun disastro alle spalle, si tratta di persone che volontariamente salgono sui barconi degli scafisti, pagando migliaia di euro, ben sapendo che dopo poche ore verranno trasferiti su una ONG sempre pronta a intervenire.
Dei migranti ne abbiamo già parlato e sappiamo che anche questa definizione non corrisponde al vero.
Ciò che si può notare è la manipolazione che viene così palesemente messa in atto per fare accettare una situazione che normalmente non sarebbe possibile.
Provate infatti ad andare in qualunque Paese del mondo dicendo: 
“anche se sono senza documenti pretendo di entrare perché sono una persona e voi non potete sequestrarmi”, e poi diteci cosa vi rispondono.
Poi, per rincarare la dose usano frasi utili a impietosire:
“Parliamo di sopravvissuti del mare che hanno passato giorni alla deriva, di uomini  e donne che ci hanno raccontato mesi di torture”. 
Il problema è che questi “giorni alla deriva” sono causati proprio dalle ONG in quanto i clandstini sostano sui gommoni solo poche ore prima del rendez-vous fra scafisti e ONG dal momento che prendono accordi telefonici (è già stato dimostrato in più occasioni che questa è la prassi, possiedono anche pagine fessbuk che aiutano nell’impresa), ma poi le ONG sostano in attesa di completare il carico con altri gommoni, altrimenti non ricevono abbastanza soldi in quanto vengono pagati un tanto a persona.
Per quanto riguarda poi i famigerati luoghi di tortura in cui i clandestini dicono di sostare per decenni prima di riuscire a fuggire, nessuno li ha mai visti nonostante numerosi ispezioni UE e ONU in Libia.
In realtà questi clandestini vengono istruiti proprio dalle ONG a raccontare storie strappalacrime atte a impietosire le menti semplici dei buonisti indottrinati.
La frase da usare al posto del passaporto potrebbe quindi diventare:
 “Sono stato giorni e giorni in mare senza mangiare e bere, vengo da un paese in cui ho subito decenni di torture devastanti, per cui ho deciso che, anche se sono senza documenti, pretendo di entrare perché sono una persona e voi non potete sequestrarmi”,
E buona fortuna a tutti.

La solita pennivendola, sono pagati per questo, ha voluto mostrare l’immagine di un’Italia razzista scrivendo su uno dei tanti media propagandistici di regime la solita visione distorta della realtà.
Il suo racconto verteva sul fatto che sono stati accolti tanti profughi ucraini mentre vengono rifiutati i profughi africani e, secondo il suo modestissimo parere, il motivo sarebbe da ricercarsi nel colore della pelle.
La classica visione distorta della realtà piegata all’ideologia.
Infatti se osserviamo la definizione di profugo notiamo che gli ucraini possono essere considerati tali in quanto nel loro paese esiste una situazione di guerra, mentre gli africani no.
Gli africani che giungono con le ONG non scappano da nessuna guerra, per lo più sono migranti economici.
Non sono poveri diseredati ma appartengono alla classe media africana che emigra in cerca di migliorare la propria condizione di vita. Che poi questo sia più un miraggio che una realtà è un dato di fatto.
È stato dimostrato più volte che nei loro Paesi viene descritto l’occidente come l Eldorado in cui i soldi crescono sugli alberi. Si accorgono che non è proprio così quando ormai sono qua.
È vero che le ONG sono sovvenzionate dagli oligarchi parassiti occidentali in cerca di manodopera a basso costo ma gli scafisti no, loro si fanno pagare e anche parecchio.
Il ruolo degli scafisti è quello di portare le persone leggermente al largo, chiamare la prima ONG che riescono a contattare e trasbordare tutti a bordo della nave.
Quindi chi si può permettere un tale viaggio non è certo il buon padre di famiglia che si sacrifica per moglie e figli ma piuttosto gente che possiede un certo capitale da investire.
Passiamo ora al colore della pelle.
Questi buonisti che si strappano le vesti per i “poveri negri che non possono sbarcare per colpa dei fasioleghisti”, sono gli stessi che applaudono la UE quando vieta l’ingresso in Europa ai russi.
Eppure anche loro sono bianchi, proprio come gli ucraini. Molti ucraini sono di origine russa, quindi non c’è differenza fra i due. Inoltre la guerra coinvolge entrambi i Paesi, per cui anche i russi hanno il diritto di definirsi profughi, eppure i buonisti li odiano e non si fanno certo scrupoli a dimostralo.
Tutto ciò dimostra chiaramente che il presunto razzismo basato sul colore della pelle è del tutto strumentale.

Una breve nota per chi soffre di analfabetismo funzionale avanzato.
Questa disquisizione non implica in alcun modo che le persone non possano e non debbano spostarsi.
Le frontiere sono sbagliate e andrebbero abolite, ciò che mi premeva far notare è la propaganda che viene portata avanti da chi detiene il potere per i propri interessi.
I due schieramenti, pro e contro l’immigrazione incontrollata, sono solo delle pedine nelle mani di chi cerca solo di arricchirsi e avare sempre più potere.
Lo scopo è quello di dimostrare la manipolazione e la strumentalizzazione che esiste dietro al mondo delle ONG che NON salvano vite ma bensì sono mosse da motivi di tipo economico.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *