Votanti e non votanti
Nel periodo elettorale ritorna un altro nemico da odiare. No amici, non si tratta del fassismo, quello è il nemico solo per i sinistrati, ne esiste un altro ancor più subdolo e che mette d’accordo tutti: i non votanti.
Reietti irresponsabili colpevoli di tutti i mali del Paese. È colpa loro se i politicanti hanno distrutto l’Italia. Chi li ha eletti non ha alcuna responsabilità, tutte le colpe sono chiaramente da imputare ai non votanti.
Anche qua si usa il classico schema che viene applicato ripetutamente.
È colpa dei novacse se il vairus è ancora vivo e vegeto, non certo del siero sperimentale benedetto dagli dei.
È colpa dei filoputignani se il gas non arriva e i prezzi dei beni primari stanno andando alle stelle.
È colpa dei non votanti se l’Italia manda le armi ai naziucraini in nome della pace.
E poi diciamocelo, se un politicante qualunque in campagna elettorale promette mari e monti salvo poi rimangiarsi tutto una volta eletto, di chi credete che sia la colpa? Di chi lo ha votato? Certo che no, lo sanno anche i sassi che la colpa di tutto è dei non votanti, coloro che, grazie al fatto che non hanno votato un altro (che poi si sarebbe comportato alla stesso identico odo), hanno permesso che il mascalzone venisse eletto.
È la stessa logica con cui se vieni tamponato mentre sei fermi al semaforo che attendi il verde, la colpa non è di chi tampona che magari andava troppo veloce, era distratto o ubriaco, macché, la colpa è tua perché se fossi stato a casa nessuno ti avrebbe tamponato.
Per cui vi esorto a finirla una volta per tutte con questi non votanti. Mettiamoli tutti in carcere a vita e non se ne parli più. Solo così riusciremo finalmente a vivere in un Paese civile dove saremo sicuri che al cinema, al bar, ai concerti, etc, saremo insieme a persone che votano.
Che volete farci, i fanatici del voto ragionano così.
Volendo invece sforzarsi per cercare di fare un’analisi seria si nota che il primo grossolano errore che commettono i votanti è quello di avere una visione semplicistica di ciò che disprezzano con tanto livore.
I non votanti sono la percentuale maggiore di aventi diritto al voto. I partitucoli tendono orgogliosamente a distinguersi fra di loro ma poi quando si parla dei non votanti allora sono tutti uguali e pensano tutti le stesse cose. Questa è una chiara visione alquanto infantile della situazione.
In realtà la prima grande divisione andrebbe fatta fra i non votanti per scelta e i non votanti per delusione.
I non votanti per scelta hanno una loro visone realmente alternativa alla gestione politica classica, mentre i non votanti per delusione credono ancora nella politica vecchio stile, solo che non riescono a trovare nessuno che li rappresenti.
I due mondi sono agli antipodi ma poi volendo addentrarsi meglio si trovano ulteriori divisioni, esattamente come i vari partitelli hanno visioni che si differenziano dagli altri anche se sembrano simili.
Una delle frasi che i detrattori dei non votanti citano più spesso è “così diamo un segnale”. No, i non votanti per scelta non vogliono mandare alcun segnale.
È un po’come quando nacque la lega. Tutti i politologi più accreditati ripetevano in coro il mantra “la lega è un chiaro fenomeno di protesta”. Con tale affermazione intendevano dire che gli lettori votavano legga ma in realtà il loro cuore era ancora legato ai partiti vecchio stampo.
Gli anni hanno dimostrato che mai analisi si rivelò più errata. La lega si è rivelata per ciò che è realmente, ovvero un’altra forza politica perfettamente equivalente alle altre. Nessun fenomeno di protesta quindi.
Un’altra castroneria che si sente dire è che i votanti si impegnano perché vogliono cambiare il mondo. Niente di più falso, sono proprio i votanti coloro che non fanno assolutamente nulla per cambiare le regole.
Il loro unico impegno si realizza mettendo una croce su un foglio e poi tutto finisce li. Giustificano la propria coscienza con la classica scusa “il mio dovere l’ho fatto”. È esattamente il motivo per cui si vota, e cioè delegare un altro affinché lavori al posto tuo.
Lo sforzo massimo che alcuni di loro, non tutti per la verità, si sentono di fare dopo aver delegato, è presentarsi saltuariamente a un qualche comizio in cui i loro eletti arringano la folla per fare la claque, ma oltre non vanno.
I non votanti per scelta al contrario sono persone che hanno deciso di non delegare e di fare le proprie battaglie in prima persona, spesso pagandone anche le conseguenze.